Mojazza vs Leoniana
Il dispiacere per la prima sconfitta alla seconda di campionato è soprattutto per il fatto che è stata casalinga, davanti a moltissimi nostri tifosi, compresi molti nostri ragazzini. Ieri hanno sostenuto tantissimo la squadra, sino all’ultimo secondo ed è stato un peccato che siano tornati tutti a casa delusi. Paderno ha vinto tutti i quarti, ha meritato di vincere, mantenendo la determinazione, la “cattiveria” e quella necessaria concentrazione su quello che sapevano di poter e dover fare sino alla sirena finale. Questo basta per farsene una ragione e, considerando che è solo la seconda di un lungo campionato, ci ricordiamo alcune cose.
Le partite si possono vincere o perdere, sempre come squadra, intendendola non solo come giocatori in campo, per manifesta inferiorità o superiorità dell’avversario e non è il caso di Paderno. Oppure, per vincere occorre la presenza di almeno tre fattori. Per perdere, è sufficiente che ne manchi uno dei tre.
1. Mentalità vincente (il basket non è il golf, in cui si può partecipare ad una gara, sapendo che si può vincere la gara, anche se il punteggio ottenuto alla fine è inferiore perché abbiamo chiesto di riconoscerci un handicap. La squadra che va in panchina non deve assolutamente avere anche solo il dubbio di non essere in grado di poter dare il meglio e di poter battere l’avversario.)
2. Commettere meno errori e farne commettere di più agli avversari (per questo io cito spesso coach Rubini e la sua insistenza sull’importanza della difesa, a uomo, ma – oggi ancora e si vede sempre più frequentemente – anche a zona)
3. Segnare più canestri degli avversari e, oserei dire, provando a farli ogni qualvolta che si presenta, per sé o per un compagno(l’importanza di avere una buona visione di gioco e degli assist) l’occasione di una buona scelta di tirò o di penetrazione.
Tutti e tre i fattori saranno sempre più o meno presenti, come esito di un lavoro (negli allenamenti) e di una convinzione che deve sempre essere motivata, soprattutto valorizzando il positivo (durante gli allenamenti e durante la partita) per conquistare e mantenere la fiducia in se stessi, nei compagni, nello staff.
L’analisi della partita, superate le comprensibili reazioni emotive, servirà per ripartire facendo sempre meglio, tutti insieme, per non perdere l’indispensabile serenità e il necessario clima per continuare a divertirsi.
ispiacere per la prima sconfitta alla seconda di campionato è soprattutto per il fatto che è stata casalinga, davanti a tantissimi nostri tifosi, compresi molti nostri ragazzini. Ieri hanno sostenuto tantissimo la squadra, sino all’ultimo secondo, ed è stato un peccato che siano tornati tutti a casa delusi. Paderno ha vinto tutti i quarti, ha meritato di vincere, mantenendo la determinazione, la “cattiveria” e quella necessaria concentrazione su quello che sapevano di poter e dover fare sino alla sirena finale. Questo basta per farsene una ragione. Sai come l’esperienza mi porta a pensare. Le partite si possono vincere o perdere, sempre come squadra, intendendola non solo come giocatori in campo, per manifesta inferiorità o superiorità dell’avversario e non è il caso di Paderno. Oppure, per vincere occorre la presenza di almeno tre fattori. Per perdere, è sufficiente che ne manchi uno dei tre.
4. Mentalità vincente (il basket non è il golf, in cui si può partecipare ad una gara, sapendo che si può vincere la gara, anche se il punteggio ottenuto alla fine è inferiore perché abbiamo chiesto di riconoscerci un handicap. La squadra che va in panchina non deve assolutamente avere anche solo il dubbio di non essere in grado di poter dare il meglio e di poter battere l’avversario.)
5. Commettere meno errori e farne commettere di più agli avversari (per questo io cito spesso coach Rubini e la sua insistenza sull’importanza della difesa, a uomo, ma – oggi ancora e si vede sempre più frequentemente, anche a zona)
6. Segnare più canestri e, oserei dire, provando a farli ogni qualvolta che si presenta, per sé o per un compagno(l’importanza di avere una buona visione di gioco e degli assist) l’occasione di una buona scelta di tirò o di penetrazione.
Tutti e tre i fattori saranno sempre più o meno presenti, come esito di un lavoro (negli allenamenti) e di una convinzione che deve sempre essere motivata, soprattutto valorizzando il positivo (durante gli allenamenti e durante la partita) per conquistare e mantenere la fiducia in se stessi, nei compagni, nello staff.
L’analisi della partita, superate le comprensibili reazioni emotive, servirà per ripartire, facendo sempre meglio, tutti insieme, per non perdere l’indispensabile serenità e il necessario clima per continuare a divertirsi. Infine, sono grato a tutti, staff e giocatori, perché sono certo che han dato tutto il meglio che han potuto dare e una certezza. I nostri ragazzi non stanno giocando per la prima volta un campionato senior, in serie D. Ne hanno vissuti tanti e in tutte le stagioni hanno dimostrato serietà, convinzione e sanno molto bene come si può vincere, nonché come ci si risolleva dopo una sconfitta. È sempre sacrosantamente vero che non si finisce mai di aver bisogno di imparare, per migliorare, ma loro hanno già un bagaglio di esperienza e di conoscenza molto importante e tutti, in una squadra, vecchi e nuovi, compresi gli under, sono e, quindi, devono sentirsi, ugualmente importanti.
PN
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