La chiarezza rispetto agli obiettivi per affrontare il girone di ritorno e il lavoro in allenamento hanno confermato che la Mojazza ha saputo entrare in campo con la giusta mentalità e il giusto atteggiamento, per terminare la prima di ritorno sconfiggendo, come all’andata la Leoniana.
Vittoria meritata grazie al contributo di tutti quelli che sono stati in campo e anche di chi non è rimasto seduto in panchina, che ha fatto finalmente gioire il pubblico casalingo, a digiuno da troppo tempo di una tale soddisfazione.Il risultato di 73 a 59, è dovuto anche ad una percentuale sopra la nostra media dei tiri da 3 e, finalmente anche dei tiri liberi. (Allenare i tiri liberi serve, eccome!)
Nell’ultimo quarto c’è stata la comprensibile reazione dei leoniani senior in campo e in panchina, che hanno iniziato a ruggire per provare a ribaltare il risultato che si stava profilando (3°Q 59/37). Purtroppo, questa legittima reazione è stata guastata non tanto per il tentativo di “metterla un po’ in rissa”, pur sempre senza essere scorretti, tipico di quei giocatori con molti anni di esperienza e che iniziano a capire che la tecnica non è sufficiente a segnare di più e a difendere contro chi non si lascia intimorire o cede alle provocazioni. Hanno fatto una magra figura coloro che hanno cercato di far crescere una inutile aggressività da parte dei propri giocatori, di intimorirci e di condizionare arbitri e giudici di campo. Hanno iniziato a “sbroccare” un po’ troppo, con qualche esternazione esagerata e scorretta nella sostanza, oltre che supponente. Finché si è trattato di sentire gridare qualche loro tifoso esagitato, sappiamo che una squadra non seleziona i suoi tifosi utilizzando test di intelligenza o di sportività, ma il problema è che lo “sbroccamento” è stato di qualche elemento in panchina, che pur con capelli e barba biancheggiante, dimostrava una scarsissima maturità sportiva e il mancato rispetto per la corretta e libera modalità scelta dell’allenatore avversario per gestire la squadra.
E’ solo l’inizio di una svolta il cui merito e da riconoscere sicuramente alla squadra, ma in particolare al nuovo coach.