Johan Cruyff racconta il perché della sua Fondazione

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Nella giornata mondiale della Sindrome di Down è bello riportare la testimonianza di un grande che ha saputo creare qualcosa per chi è meno fortunato e che ha bisogno di aiuto, che non per forza è sinonimo di sforzi giganteschi ma anche di gesti semplici che gli permettano di non sentirsi discriminati.

“Il seme che portò alla nascita della mia fondazione venne impiantato durante la prima stagione ai Washington Diplomats. Fu uno di quei casi in cui all’inizio vieni costretto a fare qualcosa, ma alla fine decidi volontariamente di andare avanti.

Sin dall’inizio della mia carriera ai Diplomats, dovevo gestire un allenamento per ragazzi disabili. In principio la cosa mi riuscì molto difficile. Sembrava non avesse senso: io spiegavo ai ragazzi come calciare il pallone, loro facevano l’esatto opposto.

Quando lo raccontai agli organizzatori, mi chiesero di guardare un filmato in cui mi avevano ripreso. 

Aggiunsero di non guardare dove finiva la palla, ma di osservare gli occhi del ragazzino, della madre e del padre. E di notare la loro gioia nel vedere che il figlio era riuscito a fare qualcosa che sembrava impossibile. 

“La prossima volta vedrai un bambino e una persona completamente diversi. Vedrai la felicità che provano a calciare la palla con i loro piedi.”

Quelle parole mi colpirono profondamente. All’improvviso scoprii la gioia che stavo generando.

Mi accorsi che facendo pochissimo succedevano grandi cose.

Come accadde ad esempio, con un ragazzino della mia zona affetto da sindrome di Down, che dal nulla mi si parò davanti nel mio giardino con un pallone in mano. Gli insegnai a calciare, a colpire di testa, per un mese o due. Finché un giorno, da ritorno da un viaggio, lo vidi giocare per strada assieme ad altri ragazzi. 

Quando mi vide, mi corse incontro, mi saltò in braccio e mi diede due baci. Era contentissimo di poter giocare in strada con gli altri. E il semplice fatto di potere partecipare al gioco gli aveva dato un’enorme fiducia in sé. 

La fiducia è miracolosa….”

(Johan Cruyff – La mia rivoluzione

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